Il Sambuco nella cucina contadina: dal giardino dei semplici alla tavola

L’uso delle parti del Sambuco nell’erboristeria era conosciuto da secoli, il suo uso vario per i malanni più comuni ne faceva una sorta di “farmacia dei poveri” per i contadini di allora. I fiori e le bacche di Sambuco erano usati nella cultura contadina come una panacea: le tisane di fiori erano usate contro le malattie dell’apparato respiratorio, per far calare la febbre, ma anche contro i malanni di stagioni e per alleviare i dolori articolari. Le bacche cotte sono lassative e depuranti, lo sciroppo di bacche era usato contro il mal di stomaco.

Per quanto riguarda il suo uso in cucina, si preparano ancora oggi, grazie alle bacche mature, delle sfiziose confetturebevande fermentate conosciute come “lo spumante dei poveri” e dei sciroppi profumati, ideali durante le calde giornate d’estate:

Ricetta dello sciroppo di fiori di sambuco fatto in casa

 

Ingredienti:

• 15-20 grappoli di fiori di sambuco
• 6 limoni biologici
• 1/2 litro di acqua
• 1,5 kg di zucchero (potete usare anche lo zucchero grezzo di canna)
• 1 cucchiaino di aceto di mele biologico

Procedimento

Mondare i fiori dai rami verdi, pulirli delicatamente sotto l’acqua fredda corrente. Poi, in un vaso a chiusura ermetica, alternare strati di fiori con fette di limone e coprire con mezzo litro d’acqua. Lasciare macerare per 48 ore in un luogo fresco. Al termine della macerazione, filtrare l’acqua con una garza, versare in un pentolino, aggiungere al liquido ottenuto lo zucchero e l’aceto di mele e far bollire per 5-10 minuti. Far freddare e conservare in frigorifero.

Basterà aggiungere lo sciroppo così ottenuto all’acqua fredda per ottenere un bevanda dissetante, gustosa e profumata.

Curiosità e leggende

 

Il Sambuco era un albero tenuto in grande considerazione dagli antichi già nella preistoria. In diversi scavi archeologici in Italia e Svizzera, sono stati rinvenuti semi di sambuco usati presumibilmente dai nostri antenati per preparare sia bevande fermentate che tinture per tessuti. Ma lo usavano anche a scopo magico.

Secondo alcune credenze, l’albero svolgeva il ruolo di guardiano in quando era considerato in grado di assorbire e tenere prigionieri nel suo tronco gli spiriti maligni. Era di buon auspicio avere un Sambuco vicino a casa per assicurarsi salute e buona fortuna, motivo per il quale si evitava di tagliarlo o bruciarlo, pena attirarsi la sciagura in casa: a secondo delle tradizioni, si parlava di demonio o di morte.

Nelle campagne tedesche, proprio per la sua funzione protettrice, era uso comune levarsi il capello di fronte al Sambuco in segno di rispetto.

Nella cultura germanica, questo albero era il detentore di un grande potere. In Danimarca, Hyldemoer, “la madre Sambuco”, era uno Spirito simile alle driadi che abitava l’albero e perseguitava chiunque lo avesse abbattuto; in Inghilterra si usava il legno di Sambuco nei carri funebri per proteggersi dagli spiriti dei defunti, in altri paesi per proteggere il bestiame e la famiglia dalla sventura. In Sicilia, è conosciuto ancora oggi per proteggere dai serpenti.

In definitiva, il Sambuco era forse conosciuto per la sua energia ambivalente ma quello che possiamo dire è che se l’albero fiorisce ed è in salute, è molto probabile che chi avrà la fortuna di vivere nelle sue vicinanze godrà anch’esso delle sue numerose proprietà e della sua grande generosità.

Fonte:

Graves Robert, Les mythes celtes: la Déesse blanche. Editions du Rocher, 2011.